Gentile direttore,

veramente deludente l’articoletto del Fattoquotidiano, relegato a pag. 9, sulla morte di Luc Montagnier (https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2022/02/11/montagnier-addio-al-nobel-scomunicato-dai-colleghi/6489825/)
Soprattutto intriso da falsità banali, perché ripetute all’infinito dal mainstream (si vedano le agenzie che hanno dato la prima notizia, che rivalutavano Gallo e addirittura gli attribuivano la scoperta per cui Montagnier e la sua collaboratrice Barrè Sinoussi hanno ricevuto il Premio Nobel).
La vostra articolista, Luana De Micco, dedica metà della colonna a demolire la memoria del morto, dopo averne dato  notizia nella prima metà, non senza inserirvi, a sproposito nell’economia dell’articolo, un periodo denigratorio: “Il muro di scetticismo che si è alzato intorno al noto biologo francese negli ultimi anni, avrà dunque alla fine circondato per qualche ora la sua morte”.
Che immagine suggestiva e agghiacciante. A ben vedere  vergognosa. L’articolista immagina un muro che perseguita Luc Montagnier morente, quasi per punirlo per le sue malefatte e assistere malevolmente al trapasso. L’equivalente della statua del Commendatore alla morte di Don Giovanni.
E cosa capisce l’articolista di questo muro?
Ce lo riferisce nella seconda mezza colonna. “Da diversi anni… bandito dalla comunità scientifica, da quando cioè ha cominciato a difendere teorie antiscientifiche, talvolta al limite dell’assurdo”.
Come se a stabilire se una teoria di un famoso scienziato sia scientifica o no sia compito della De Micco, che immaginiamo con altri giornalisti suoi pari riuniti come i Saggi di Salamanca davanti a Colombo (in Codesto giornale due posti sarebbero meritati da Scanzi e Lucarelli).
Peccato che Scopus, la nota agenzia di ranking dei ricercatori, registri oltre 125.000 citazioni delle opere di Montagnier, nella letteratura scientifica recensita dalla stessa Agenzia. Vuol dire che 125.000 ricercatori si sono ispirati una volta (o meno ricercatori  più volte) all’opera di Montagnier per produrre la “loro” opera. E si badi bene che l’abitudine a registrare il ranking dei ricercatori risale agli anni ’90, spesso le opere precedenti non sono censite o lo sono in minor numero, per cui un  ricercatore come Montagnier che è fiorito già a negli anni ’70 avrà recensite una percentuale delle sue opere minore di quelle di un ricercatore che ha cominciato negli anni 2.000. Eppure abbiamo visto, soprattutto dopo il suo intervento pubblico il 15 gennaio a Milano, ricercatori modesti  come Pregliasco (che non risulta essere professore, come lo chiamano in TV) berciare: “Montagnier è stato allontanato dalla comunità scientifica” o come la imbarazzante dottoressa Viola da Padova che ha definito il grande Francese “ciarlatano”. Mi sono tolto il gusto di consultare Scopus per vedere qual è l’H-index di Pregliasco: 14! Quello di Montagnier? 71! Vuol dire che Montagnier ha avuto almeno 71 opere citate 71 volte, mentre Pregliasco 14 opere citate 14 volte. Chissà quante centinaia ne avrà Montagnier citate 14 volte.
Altre amenità metropolitane sono riportate dalla De Micco.
Chissà dove ha letto che il grande virologo francese, colui che con la sua scoperta ha consentito che l’AIDS diventasse curabile con il cocktail di antiretrovirali, avrebbe detto “che il virus potesse sparire ‘in qualche settimana’ seguendo una dieta ricca di antiossidanti”. Non certo nelle opere del Professore, a meno che ella non abbia  la cultura curriculare per capirle (cosa difficile, si direbbe leggendola). L’avrà sentito dire da qualche schizzato, come ad esempio il blogger Butac – Bufale un tanto al chilo, che viene citato come fonte anche da Wikipedia, nella voce diffamatoria dedicata a Montagnier. Ma Wikipedia non appartiene alla comunità scientifica. Probabilmente la De Micco ha capito fischi per fiaschi. Lo avrà  sentito dire e riportato senza controllare la fonte come farebbe una giornalista. Forse ella non fa cronaca, ma adempie a quella funzione di divulgatrice  disegnata da Università che hanno appositi Master finanziati da Bigpharma (così si è ridotta l’educazione universitaria, dacché l’“autonomia” inventa materie e corsi che mettono la cucina insieme alla fisica et similia). Ebbene negli intenti di Bigpharma c’è anche la svalutazione dell’alimentazione come prevenzione e cura per la vita sana. Forse l’articolista non ha conosciuto il prof. Berrino che da anni alla Casina delle Rose, dell’Istituto Nazionale Tumori di Milano, conduce una ricerca con pazienti di tutta Italia per valutare l’efficacia della dieta nella cura del cancro.
Che l’autismo si possa curare con gli antibiotici non è una bestemmia,  come sembra ritenere la De Micco: in Francia c’è un centro che lo fa, soprattutto perché l’ipotesi che ogni sindrome del quadro autistico sia sempre genetica è priva di adeguati riscontri e perché il genio Francese ci ha insegnato che quando non si conosce l’agente eziologico di una sindrome è ragionevole non escludere che si tratti di un microbo. E meno male che egli lo ipotizzò per l’AIDS, se no, non avrebbe scoperto l’HIV né  l’HIV2!
Poi la De Micco asserisce che Montagnier voleva curare il Parkinson con la papaya: un’ironia da bulletto del quartierino; forse ella non sa che le farmacie vendono centinaia di integratori, senza pretendere che risolvano le malattie, e tra questi la papaya, con la quale certamente il prof. Montagnier non si è arricchito (non si è arricchito neanche con la scoperta dell’HIV, quello lo ha fatto Gallo che tentò di sfilargliela, o Fauci che appoggiò Gallo). “Nel 2017 si era battuto contro la legge che aumentava il numero di vaccini in Francia” aggiunge la De Micco, come se il Professore avesse bestemmiato e come se la Francia non abbia prosperato fino al 2016 senza l’estensione della vaccinazione obbligatoria infantile. Così come la maggior parte dei Paesi nel mondo prosperano a tutt’oggi  Lo sa la De Micco perché tale vaccinazione obbligatoria sarebbe giusta e tanto ci basti. Aggiunge: “Nei mesi scorsi ha messo in dubbio la sicurezza dei vaccini a RNA”. Anche qui scandalo! Come se dovessimo credere, in materia di virus a RNA, di più ad una De Micco qualsiasi piuttosto che allo scienziato che ha rivelato al mondo il segreto dei virus a RNA. La De Micco travisa poi l’affermazione del Premio Nobel per cui tali vaccini non sarebbero sicuri e aggiunge “sostenendo che contengono una proteina tossica”. Il Professore non ha detto che “contengono una” ma che “codificano per una” proteina tossica, alludendo alla proteina spike del Sars 2. Ma che la proteina spike sia tossica per l’uomo è lapalissiano, a meno che non si pensi che il Sars 2 non esista o che, se esiste, non abbia la proteina spike.
Oh che Luana De Micco fosse una pericolosa negazionista?!
Livio Giuliani
Vedi anche il video in cui il prof. Livio Giuliani difende il prof. Luc Montagnier dal circo mediatico:
https://rumble.com/vsy0ut-la-stampa-contro-il-nobel-livio-giuliani.html pubblicato su https://www.attoprimo.org/livio-giuliani-difende-luc-montagnier/
montagnier 2
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Gabriele

“Finiremo tutti arrosto”