Tutti preferiamo l’agnello al lupo, ma in termini più generali la scelta si pone tra l’agnello e l’insetto (e gli OGM)!
Per influenzare questa scelta si attua una politica, quella di utilizzare la pandemia, per un cambiamento nei consumi o nelle abitudini: ridurre i primi e i secondi (a proposito di nascite), eventualmente optando per/o favorendo le scelte di vita che escludono la procreazione; incrementare gli altri, soprattutto le telecomunicazioni, i farmaci, l’energia, la quale con consumi energivori non può che essere nucleare.
Si tratta di una politica non solo globale ma universale.
E alla politica si affianca la propaganda: sostenere che la pandemia è una zoonosi è propaganda (oggi si direbbe buona comunicazione) perché:
1) dà una connotazione neutra, accidentale alla pandemia,
2) ne spiega l’origine come conseguenza degli allevamenti intensivi e più in generale dello sfruttamento dell’ambiente, anche attraverso i gas serra prodotti dagli allevamenti,
3) giustifica gli OGM – addirittura i virus OGM iniettati, non solo i cibi OGM ingeriti – dandone l’accezione di unico strumento per difendersi da una catastrofe naturale come la pandemia; invece che condannandoli chiudendo i laboratori di ABC (guerra atomica, batteriologica, chimica come si chiamava nel ’68 ed oggi si è dimenticata), uno dei quali, a Wuhan, l’ha originata, mentre gli altri ci hanno fatto sopra un vaccino con la stessa tecnica usata per crearla: l’ibridazione chimerica virale;
4) giustifica, come corollario, le terapie geniche, fino al 2018 vietate in Europa per ragioni etiche;
5) giustifica, ed anzi incentiva, il transumanesimo, in qualsiasi forma, a partire dalla modifica genetica degli esseri umani e dunque a maggior ragione da quella somatica.
Questi ed altri i punti del programma politico in corso di applicazione da parte dei centri di potere sovranazionali, di cui greenpeace è trombetta. Una trombetta pure questuante.
Livio Giuliani
Fonti: