È probabile che sia il non vaccinato a doversi difendere da te se mangi al suo fianco.
Visto che, per indicazione delle case produttrici dei vaccini antiCoViD, gli stessi vaccini non preservano dall’essere contagiosi e visto che ormai le autorità sanitarie dei diversi Paesi ammettono che la variante Delta ignora i vaccini (“sfonda”, come dice Crisanti) e viste le statistiche di Inghilterra, Islanda, Israele (ce n’è una del Nat. Health Serv. inglese recante dati dal 1 febbraio a metà giugno 2021, in cui risulta che tra i vaccinati la variante inglese è stata sì meno contagiosa ma più mortale, esattamente del 210%, che tra i non vaccinati). Inoltre, la protezione dei vaccini si è dimostrata effimera e Israele vuol fare la terza dose a tutti, mentre l’OMS è contraria, con la scusa che si sottrarrebbero vaccini ai Paesi poveri (scusa ridicola, Israele ha 5 milioni di abitanti). È probabile che all’OMS temano che se in Israele fanno la terza dose, avendo una esplosione di contagi, ricoveri, morti pur con l’80% della popolazione vaccinata (90% nelle fasce d’età fragili), e se dopo la terza dose, la variante Delta o un’altra futura variante generata dalla pressione vaccinale continuerà a “sfondare”, allora sarà evidente a tutto il mondo che la vaccinazione di massa, tanto voluta dall’OMS, era una impostura.
E allora apparirà evidente la seconda delle tre verità enunciate da Montagnier e ribadite il 12 u.s. a Firenze.
La vaccinazione di massa seleziona le varianti (non si fa una vaccinazione di massa durante una epidemia virale, come sanno pure gli studenti del 2^ anno di medicina) perché i vaccinati diventano maggioranza e selezionano le varianti virali meglio adatte a sopravvivere, cioè quelle che sono adatte a sopravvivere in un popolo di vaccinati, che diventano bacino zootecnico privilegiato del virus) .
Altro paradigma per la lotta al CoViD 19?
Curarlo invece di prevenirlo. Curarlo dai primi sintomi, non aspettare con “vigile attesa” che il paziente arrivi alla ventilazione forzata. Il che comporta l’impiego della medicina territoriale, dei medici di famiglia, di cui l’OMS e le autorità sanitarie non si fidano: temono la loro libertà di scienza e coscienza, perché sono in tanti e reprimerli tutti sarebbe difficile. Così, basta controllare AIFA, per restare all’Italia. Dicevo curarlo piuttosto di prevenirlo, ma prima ancora conoscerlo. Da questo punto di vista da tutto il mondo (alcuni medici tedeschi, ad es.) ringraziano i medici italiani in Lombardia che, sfidando la raccomandazione OMS e la Circolare del Ministero Salute (illegittima e perciò rinnovata il 3 maggio, quando non serviva più, per evitare che un TAR l’annullasse), hanno eseguito le famose 70 autopsie nel marzo 2020, dalle quali si è scoperto che la prima causa di morte era il DID (Diffuse Intra – Alveolar Damage) accompagnato da formazione di microtrombi intralveolari diffusi, sindrome per la quale la ventilazione intubata era il colpo di grazia; la maggiore causa di morte non era la polmonite interstiziale.
Ma occorreva terrorizzare la popolazione mondiale – e italiana – perché accettasse la terapia genica preventiva, gabbata per vaccinazione, e rimuovesse il divieto a praticarla, e accettasse i vaccini OGM, quando prima non accettava i cibi OGM, e ne rimuovesse il divieto, così come subito la UE fece, spinta dalla Germania (et pour cause). Quando si accorsero che la Circolare con il divieto di autopsia non teneva, mandarono i camion militari a trasportare i cadaveri di pazienti di CoViD ai forni crematori, perché fossero distrutti e nessuno potesse più farne l’autopsia. Perciò non sappiamo di cosa esattamente sono morte le vittime del picco anomalo di marzo-aprile 2020 e non saprà dirlo neanche la Commissione di inchiesta parlamentare (che per mandato non può indagare la P.A., Stato e Regioni). E il “distruttore di prove” – e di conoscenza scientifica – gen. Figliuolo è stato promosso a Commissario di Governo.
Infine la morte del dott. Giuseppe De Donno. Ha curato a Mantova decine di malati con guarigioni sorprendenti. Con una cura, la trasfusione di plasma iperimmune, che di fatto è stata prima vietata poi insabbiata dalla solita AIFA. Oggi ci propongono anticorpi monoclonali, che altro non sono che una selezione delle componenti del plasma, sviluppati in laboratorio, invece che trasmessi direttamente da pazienti guariti, dopo opportuno trattamento, molto ben praticato dal dott. De Donno (con invidia dell’AIFA?). La ragione? Far guarire i pazienti CoViD con il plasma iperimmune costava pochi spiccioli e la cura facile rendeva inutile la prevenzione. I vaccini non si sarebbero venduti con il fallimento delle case farmaceutiche che li preparavano da mesi, se non da anni, e il disastro economico di fondi di investimento, banche internazionali che ne avevano finanziato la ricerca e lo sviluppo.
Gli anticorpi monoclonali, pur costituendo una frazione del plasma immune, costano molto perché roba di laboratorio. Lungi dall’ostacolare il business dei vaccini, costituirà un business aggiuntivo.
Livio Giuliani
Se ho capito: interpretazioni su 38 pazienti un anno e mezzo fa.