25 APRILE 2022, PRATO, PARCO DELLA LIBERAZIONE E DELLA PACE –
INTERVENTO dell’Osservatorio Ambientale pratese e dell’Associazione Atto Primo Salute Ambiente Cultura
in occasione della Staffetta Partigiana
L’Osservatorio ambientale pratese, di cui Atto Primo è una delle associazioni fondatrici, ritiene che la politica ambientale del comune di Prato non sia coerente con l’aver sottoscritto nel 2019 il “Documento di emergenza climatica”. Per questo abbiamo chiesto di essere auditi in commissione urbanistica e ambiente del comune di Prato, grazie alle 300 firme raccolte, ma in commissione hanno lamentato che abbiamo portato troppi temi ambientali, troppa carne al fuoco, erano forse a disagio per i tanti problemi legati all’ambiente e alla salute forse? Alla fine del 2020 siamo usciti con il primo dossier: Prato a un anno dall’emergenza climatica e Prato a due anni dall’emergenza climatica, e poi con un secondo, a gennaio 2022: https://www.attoprimo.org/prato-nell-emergenza-climatica-seconda-edizione/
Nei dossier abbiamo cercato di approfondire varie tematiche ambientali che interessano il comune di Prato:
- L’inceneritore e il biodigestore che produrrà gas naturale, collocato però a 60 m da una scuola elementare e vicino ad aree residenziali, presso Baciacavallo.
- Il taglio indiscriminato e la capitozzatura degli alberi.
- L’incremento dell’elettrosmog e l’aumento del dispendio energetico.
- Il consumo di suolo con l’ampliamento del numero dei capannoni.
- L’allargamento dell’autostrada, che significa anche favorire il traffico privato su gomma, a carburante fossile, con le ripercussioni inquinanti connesse.
- I seri problemi relativi alla depurazione delle acque, sia a Baciacavallo che al Calice. GIDA, per molti anni, è stata la società che è stata trovata maggiormente inadempiente in tutta la Toscana da ARPAT.
- Il problema dei rifiuti tessili, altamente inquinanti, per promuovere invece un’economia circolare virtuosa del tessile.
- L’ecosistema del fiume Bisenzio e l’emergenza ambientale che si è creata a seguito del depauperamento della biodiversità delle specie arboree e faunistiche a causa dei tagli indiscriminati perpetrati.
- La costituzione di una NEWCO dove poi dovrebbero confluire le partecipazioni possedute in tutte le altre società di servizio, il Servizio idrico integrato e Il Servizio di raccolta e trattamento integrale dei Rifiuti Solidi Urbani, che sono a tutti gli effetti monopoli naturali. Da questa società holding dovrebbe perciò nascere una società Multiutility.
- I problemi legati allo sviluppo di una ciclabilità urbana che non tiene conto delle reali necessità territoriali e dei pedoni.
I temi ambientali, collegati al problema, sempre più emergente, dei cambiamenti climatici sono di grande attualità se consideriamo anche il drammatico contesto internazionale nel quale ci troviamo. Inoltre, il conflitto attuale ha messo in luce i problemi legati all’ambiente, soprattutto se consideriamo che ancora le fonti fossili sono predominanti e abbiamo fatto ben poco per passare a fonti alternative. Su questo tema però vorremmo fare qualche considerazione. Noi pensiamo che il primo passo per contrastare le emissioni di CO2 sia quello di ridurre i consumi, è la famosa “decrescita” che da tanti anni viene auspicata dal filosofo francese Serge Latouche, da Vandana Shiva, attivista e biologa indiana, dall’ambientalista Helena Norberg-Hodge, ospite a Prato insieme a Latouche alla conferenza sull’economia delle felicità qualche anno fa. Decrescere significa prendere consapevolezza che le risorse della terra sono limitate e proprio 3 giorni fa, il 22 aprile, abbiamo festeggiato la Giornata mondiale della Terra. Non possiamo permetterci di sfruttare ancora le risorse energetiche, il suolo, gli alberi! Noi difendiamo strenuamente il patrimonio arboreo e chiediamo di piantare alberi, possibilmente ad alto fusto e grande chioma, alberi adatti a mitigare l’inquinamento dell’aria e ad assorbire CO2. Noi chiediamo boschi urbani, soprattutto nelle periferie e nella cintura periurbana; ci opponiamo, invece, alla foresta verticale artificiale e artificiosa messa sui palazzi di edilizia popolare, vogliamo invece progetti seri. Ci opponiamo, infatti, alle politiche energetiche che vengono pomposamente chiamate “green”, che sono soltanto occasioni per il cosiddetto greenwashing, come il progetto della jungla urbana appena menzionata, quello dei biotermovalorizzatori, quello delle nuove tecnologie alimentate sempre a carbone, dato che le tecnologie che producono elettrosmog come la nuova rete5g sono molto energivore e hanno bisogno di un grande consumo di energia.
Chiediamo un’economia veramente circolare, attraverso il riuso e l’utilizzo di materiali interamente biodegradabili. Decrescere significa anche riutilizzare, diminuire la plastica e anche per gli indumenti ci sono tante soluzioni alternative all’uso di materiali sintetici ed esistono aziende virtuose che producono abiti con fibre naturali, e diminuiamo gli indumenti dai nostri armadi! Chiediamo la minimizzazione degli impianti radio base attraverso un regolamento comunale redatto da professionisti scevri da conflitti di interesse con le compagnie telefoniche. Chiediamo piste ciclabili realmente utili e fruibili, chiediamo un maggior numero di trasporti pubblici. Ma al contempo ci opponiamo anche a tutte le devastazioni paesaggistiche, e quindi anche ambientali e dell’ecosistema in nome delle fonti rinnovabili, come vorrebbero fare sui crinali dell’Appennino, dove si vuole costruire un impianto eolico industriale, perché non possiamo permetterci di disboscare e cementificare i crinali delle montagne e distruggere la biodiversità degli uccelli migratori per installare 7 enormi pale eoliche altre 170 m, viene da chiedersi a chi giova davvero? Alle industrie come AGSM? Fonti rinnovabili sì, ma non aggressive per la nostra Madre Terra. Le soluzioni ci sono, ad esempio esistono già progetti per impianti eolici domestici e più piccoli.
La decrescita si fa anche favorendo l’acquisto presso i contadini, possibilmente locali, che producono senza l’utilizzo di fitofarmaci e pesticidi, decrescere significa rallentare la nostra vita, utilizzare mezzi alternativi all’auto, soprattutto le biciclette, ma quelle a pedali!
La politica ambientale della nostra amministrazione è incoerente se si pensa che ha sottoscritto il documento di emergenza climatica! Lo scopo dell’osservatorio è quello di sensibilizzare la cittadinanza sui temi ambientali, anche con approfondimenti sui vari temi, e contemporaneamente fornire gli strumenti per nuovi stili di vita, non solo, l’Osservatorio accoglie tutte le richieste e il dissenso dei cittadini davanti ai progetti che danneggiano l’ambiente, il suolo, la salute! Sì, perché la salute è strettamente collegata a un ambiente pulito. In questi due anni hanno basato tutto sul principio di precauzione contro il covid, hanno preso misure impopolari e a volte estreme (lockdown, vaccinazioni di massa anche per adolescenti, green pass, super green pass, sospensioni dal lavoro)! Ma dov’è il principio di precauzione nel caso degli inceneritori, dei pesticidi (e adesso con la scusa della guerra vengono importati OGM e grano prodotto con glifosato dagli USA), dov’è il principio di precauzione contro il particolato, contro l’elettrosmog?
Pensare globale e agire locale dice un vecchio slogan che in sintesi significa prendere consapevolezza che i problemi ambientali di un quartiere si collegano a quelli dell’intera città, della regione, fino all’intero continente e a tutto il pianeta, non possiamo più girarci dall’altra parte!
Oggi ci troviamo di fronte allo strapotere della tecnica in mano ai grossi gruppi finanziari che attraverso le grandi aziende e multinazionali hanno la forza si inserirsi, anche con l’ausilio di Fondazioni, all’interno delle amministrazioni locali. Noi vogliamo che la tecnica sia un ausilio importante, ma della ricerca scientifica pubblica, scevra da conflitti di interesse, e che la ricerca scientifica venga messa al primo posto e non la tecnica da sola, perché per affrontare i problemi ambientali non servono slogan, ma un approfondimento scientifico serio e con un confronto e un dibattito aperto al suo interno.
“Noi ci opponiamo alla decadenza morale della nostra società, che coinvolge la salute e l’ambiente e promuoviamo una Cultura “altra” per un nuovo Umanesimo, nel rispetto della Madre Terra”